POLEMICHE TRA FARMACIE
di Massimo Sportelli
Tutto parte da un post dove un cittadino turese “denuncia” delle mancanze poste in essere da una farmacia: Mastrolonardo.
In sintesi, queste mancanze, sarebbero rappresentate dal poco rispetto dell’ etica professionale, oltre che di solidarietà fra professionisti, e di poco rispetto delle vite delle dipendenti, si legge in una parte del post.
Il problema (se così vogliamo chiamarlo) nasce dal fatto che la Farmacia della Dott.ssa Mastrocristino, restando aperta di domenica anche se non di turno, comporterebbe nei confronti della Farmacia che deve, al contrario, rispettare l’obbligo di apertura nei giorni festivi imposti dalla legge, una riduzione delle vendite.
Sia ben chiaro: è tutto lecito, in quanto nessun disposto normativo vieta l’apertura domenicale alle farmacie che non sono di turno.
Ed allora il problema dov’è?
Secondo questo cittadino, i risvolti delle aperture facoltative sarebbero: « Il che comporta che a fronte delle maggiori spese per il personale, in aggiunta al non gradevole onere del lavoro in giornata festiva, la farmacia obbligata a restare aperta (pena denuncia penale per interruzione di pubblico servizio) subisce notevole disagio economico e personale, specie per le dipendenti. E parimenti disagio subiscono le giovani dipendenti della farmacia Mastrolonardo che almeno la domenica dovrebbero restare tutte libere».
In seguito a queste affermazioni, abbiamo contattato la farmacia Mastrolonardo per verificare se quanto dichiarato dal cittadino corrispondesse al vero.
La risposta è stata chiara: «L’apertura domenicale non rappresenta affatto un problema per le nostre dipendenti, in quanto, di comune accordo, abbiamo preso questa decisione nella massima libertà e nel pieno rispetto delle esigenze personali delle dottoresse, ed al solo fine di offrire alla collettività turese più servizi». Più chiaro di così?
Ma una parte del post lascia alquanto basiti: «I cittadini turesi che a tuttora hanno mostrato di apprezzare i rapidi e puntuali servizi della farmacia Mastrolonardo, ma che da sempre non vedono di buon occhio chi vuole strafare, potranno contribuire a tale determinazione».
Fermo restando che il diritto di critica rimane sacrosanto, e per questo viva Dio che ognuno di noi possa manifestare il suo pensiero liberamente; ma farsi portavoce della collettività di un pensiero estremamente personale non va affatto bene.
A che titolo si ha la presunzione di poter parlare a nome di altri?
Ed in questo caso il cittadino parlava al posto delle dipendenti, dei cittadini turesi. Serve aggiungere altro?