Cronaca

DE TOMASO: IL SINDACO CON IL TACCUINO AL SEGUITO

Non è una novità. Già all’indomani dall’elezione tutta la squadra di De Tomaso si è messa a lavoro. Incontro con il Prefetto per discutere sulla ss 172, pulizia di diverse strade, la villa, insomma non c’è tempo da perdere.

Questo è quello che si vede, ma c’è dell’altro.

Il primo cittadino è solito passeggiare tra le strade del paese al fine di ascoltare personalmente i cittadini, quali sono i loro problemi, eventuali proposte e segnalazioni. Tutto questo viene puntualmente riportato sul taccuino personale e poi discusso con il resto del gruppo.

Potrebbe anche essere per deformazione professionale che il De Tomaso ha questa abitudine, ma almeno è un ottimo strumento per non dimenticare quello che i cittadini riferiscono.

Per onore di cronaca, questa abitudine l’aveva già espressa durante la campagna elettorale.

Badiamo bene: è il primo cittadino che va incontro (nel senso letterale della parola) al popolo turese e non il contrario, non attende che questi si recano in comune per parlare con lui ma è lui che cerca l’incontro.

Nei giorni scorsi ho letto un commento di un internauta che definisco i “likebuster” , acchiappa like, e ce ne sono parecchi come lui che scrivono solo per l’ebrezza di vedere salire il termometro del gradimento, il quale, in merito alla pulizia della villa. Affermava che non c’è nessuna novità, considerando che tutte le amministrazioni lo fanno. Vero, anzi verissimo. Ma la memoria va rinfrescata.

Durante la campagna elettorale, i candidati della lista del sindaco uscente Resta, recriminavano che, a causa del non fare delle precedenti amministrazioni, l’amministrazione Boccardiana si è vista costretta a far diventare straordinario ciò che era un semplice ordinario. Quindi, se esiste un minimo di coerenza, almeno sull’ordinario questa amministrazione si sta muovendo.

Un bravo giornalista, a parere di chi scrive, è colui che riesce a raccontare, interpretare e mettere in risalto quello che c’è sotto la superficie, in caso contrario tutti saremmo bravi a raccontare quello che si vede.

Un amministratore, nel senso più ampio del termine, politico, aziendale, quando amministra ha la possibilità di scegliere tra due strade: quella del capo e quella del leader.

Il primo quando amministra fa prevalere l’ “io” sul noi: il leader esattamente il contrario. Il capo è colui che quando si esprime con i suoi collaboratori fa prevalere la sua persona: si fa come dico io; il leader esattamente il contrario: facciamo quello che noi diciamo. Ebbene la differenza tra la maggioranza e l’opposizione comunale attuale sta proprio in questo. E di indici di tale personalismo ne abbiamo diversi. Partiamo dalla fine della campagna elettorale.

Il De Tomaso, con tutta la squadra, fa un comizio di ringraziamento il sindaco uscente neanche l’ombra. Eppure, durante la campagna elettorale ha parlato della “sua gente” (riferendosi ai suoi sostenitori ndr). Ebbene, quella gente non meritava almeno un comizio di ringraziamento? Della serie, sino a quando eravate utili vi definivo la mia gente, quando non mi siete più serviti siete diventati immediatamente nessuno; un po’ come quegli amici che ci sono solo quando gli facciamo comodo, quando non gli serviamo più ci danno un bel calcio nel sedere.

Altro forma di personalismo la ritroviamo nella foto sotto.

Il De Tomaso ringrazia tutti coloro che hanno votato la lista il Topputi ai suoi personalissimi 550 voti (anche se, a mio modesto parere, ci sarebbe più da riflettere che dalle consultazioni del 2019 ad oggi ha perso per strada ben 400 voti).

In ultima analisi, prendiamo in considerazione il primo consiglio comunale. Di cosa parla l’opposizione? Di questioni personali. Il Prof. Leogrande pretende le scuse dal sindaco, la Resta non vuole che si parli di questioni personali.

E le questioni collettive?

Ecco, con questi atteggiamenti, si è manifestata palesemente come si sarebbe comportata una eventuale amministrazione Resta bis: l’amministrazione dell’io, se eri contro di me saresti stato emarginato, l’amministrazione del “pensiamo alle cose nostre” e della collettività chi se ne frega. Certo, atteggiamenti già espressi durante i loro 5 anni di governo, ma con l’aggravante che a questo gruppo si sarebbe aggiunto anche il Leogrande che di orgoglio ne ha da vendere.

Infine, chi ha abbozzato un mezzo discorso politico è stato il consigliere Stefano Dell’Aera, accusando il sindaco di non avere emesso ancora i decreti di nomina sia degli assessori che delle deleghe ai consiglieri. Insomma l’intento era quello di creare “il caso dell’anno” tanto da richiamare l’attenzione dei media nazionali. Altra supercazzola.

Per disposto normativo il primo cittadino quei decreti avrebbe potuto emetterli quando voleva in quanto non sono previsti termini perentori.

Ma nonostante ciò, dopo pochi giorni dal consiglio comunale arrivano i decreti di nomina. Tanto rumore per nulla. Ma c’è da comprendere la preoccupazione del Dell’Aera.

Infatti l’allora sindaco Resta ci mise un mese per costruire la giunta perché, sempre per la solita questione della politica dei pochi, dovette attendere la letterina dell’Onorevole Gemmato che indicava un suo iscritto trombato alle elezioni, ma che doveva essere nominato come assessore esterno, c’erano gli equilibri politici da badare (come ella stessa ha dichiarato) ed il tempo scorreva.

Invece, nel 2024 abbiamo una giunta creata in meno di un mese, senza assessori esterni e senza “equilibri politici” da sistemare. Serve aggiungere altro?

Massimo Sportelli