Turi

LA VITA POLITICA TURESE

di Giuseppe D’Addabbo

La vita politica turese è particolare, fatta di picchi ascendenti e discendenti, lunghi silenzi e boutade intense ed improvvise.
Come ormai in tutto il mondo, gran parte dell’espressione politica avviene ormai via social, fenomeno ulteriormente accentuato dalla pandemia che ormai da un anno e mezzo non vuole farci tornare a vivere normalmente, con conseguente imbarbarimento del dibattito politico, in quanto vengono meno i limiti del contatto umano.
Se mi fermo a guardare gli anni appena passati vedo solo una politica fatta di persone che cambiano partito solo per interessi personali,e magari escono allo scoperto solo in previsione di campagne elettorali, sono davvero poche le persone che restano fedeli ai loro principi o valori. Del resto accade lo stesso a livello nazionale.
Ebbene, cosa succede nel frattempo? Purtroppo, ahinoi, le iniziative possibili sono poche, date le innumerevoli limitazioni e direttive da seguire, ma nonostante ciò negli ultimi mesi abbiamo alcuni eventi salienti di cui parlare: a maggio è stato rifondato il circolo dei Giovani Democratici di Turi, ad agosto un gruppo di ragazzi e ragazze, tutti su base volontaria ha raccolto parecchie firme per il referendum Eutanasia.

Sembrerà poco, sicuramente ci sono tanti eventi da raccontare, ma penso che questi due siano i punti cardine per raccontare l’indirizzo della vita politica giovanile turese. “Perché?” si chiederanno legittimamente i lettori, bene, questi due eventi hanno un comune denominatore: i giovani, i tanto bistrattati giovani che “finalmente” iniziano a parteggiare, a non essere indifferenti come diceva un certo signore che in passato è stato recluso nella nostra cittadina. Partendo dal circolo dei Giovani Democratici che ancora ha fatto vedere poco, sia per il covid sia per l’impossibilità di aprire il tesseramento, di certo si può dire che, chi direttamente chi indirettamente, molti ragazzi stanno avvicinandosi alla vita politica e questo, al di là del colore politico, può solo far piacere ed è indice del fatto che le coscienze non sono sparite, hanno solo bisogno di una scintilla che le risvegli. In secundis la raccolta firme -che non è propriamente politica trattandosi di una questione etica- ha dato ulteriore dimostrazione che c’è uno zoccolo duro di persone disposte ad occupare il loro tempo e ad impegnarsi attivamente per le battaglie che hanno a cuore.
Si spera che presto si possa iniziare a fare una politica attiva con dibattiti costruttivi e con un percorso formativo che tenga conto della storia e della realtà locale , anche se sono cosciente la maggiore difficoltà è quella di cambiare la mentalità. Tutti cambiamenti necessari che ci potrebbero finalmente portare al tanto agognato bene comune.